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La salita al vulcano spento

Facile escursione di tre ore circa, tra andata e ritorno, che attraversando pascoli puntellati di fienili e baite, porta alla vetta del monte Pore, vulcano spento dalla geologia molto diversa rispetto alla Dolomia.

Difficoltà:
Facile
Durata:
3-4 h
Dislivello:
400 - 600 m.
©Renate Pedevilla

SCHEDA


Difficoltà: facile
Punto di partenza: rifugio Fedare
Punto di arrivo: rifugio Fedare
Tempo di percorrenza: ca. 3 ore/hrs./Std. a/r
Segnavia: Cai n. 463
Dislivello totale: 405 m.
Quota di partenza: 2000 m.
Quota di arrivo: 2405 m.
Quota minima: 2000 m.
Quota massima: 2405 m.
Salita:

Si parte dal rifugio Fedare dove si può parcheggiare; il percorso è ben segnalato, il sentiero comodo e la salita graduale: si percorre la vecchia strada militare costruita dall’esercito italiano nella Grande Guerra 1915-18 fino a raggiungere la cresta; da qui si prosegue costeggiando i resti delle estese trincee italiane costruite come seconda linea del fronte Dolomitico. Le trincee proseguono lungo la dorsale che porta alla cima del monte Pore. Nell’ultimo tratto la salita può farsi sentire, perchè il tratto è più ripido. Si raccomanda di prestare attenzione al fondo roccioso e ghiaioso del sentiero che può far scivolare, soprattutto in discesa.


Discesa:

Il ritorno si effettua sullo stesso sentiero oppure per chi lo desidera si può fare un ritorno lungo un percorso un po’ più lungo (circa mezz’ora in più) scendendo dalla vetta a sud, lungo il versante opposto. Nel primo tratto il sentiero (n. 463) è scivoloso. Non ci sono difficoltà superiori, ma alcuni punti esposti sui ripidi prati orientali vanno attraversati con prudenza. Si segue lo spigolo della montagna fino ad un saltino, che si può evitare abbassandosi di poco sulla sinistra. Dopo aver percorso qualche stretto zig zag si arriva ad un bel balcone panoramico (m 2.205); nei pressi di un piccolo crocifisso si trova la traccia che ritorna al rifugio Fedare.


Periodo consigliato: da primavera avanzata al tardo autunno (dipende dalle condizioni della neve)

Grazie alla composizione particolare del terreno erba e fiori prosperano fino alla cima, balcone panoramico sui monti tra i più affascinanti delle Dolomiti orientali: Civetta, Col di Lana, Marmolada, Antelao, Boè, Pelmo, Sassongher, Sorapis.

L’area è estremamente interessante anche da un punto di vista storico: sulle pendici meridionali del Monte Pore fin dai tempi più remoti si estraeva il ferro dalle miniere del Fursil. La  qualità del minerale di ferro, la siderite manganesifera, era ottima tanto da essere utilizzato in tutta Europa per produrre armi e spade molto pregiate. Non a caso la caratteristica roccia magmatica nera del monte Pore contrasta nettamente con le rosate rocce dolomitiche.

Il percorso non presenta particolari difficoltà se non in prossimità della vetta dove ci sono brevi tratti esposti ed è particolarmente raccomandato nel periodo delle spettacolari e variegate fioriture d’alta quota, da maggio a inizio luglio.

Il punto di partenza è il rifugio Fedare: terrazza sul passo Giau e il monte Civetta, apprezzato per la cucina tipica e genuina di Ivan Troi  e la mamma Anna. Ottime le torte fatte in casa, molta apprezzata  la “torta Martina” con amaretti, ricotta e mandorle. Da provare.

Equipaggiamento consigliato

  • Scarpe da trekking
  • Zaino
  • Acqua e merenda; in ogni caso ci si può ristorare al rifugio Fedare che è sempre aperto, fuorché nei periodi di bassa stagione quando il giorno di chiusura è il venerdì.
  • Un cambio di vestiti
  • Giacca da pioggia e kit di primo soccorso